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al testo di Alvaro Fiorucci
Shoa
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SHOAH
E’ un uomo, nel ritmo e nel canto ieri ha posato quel freddo ferro binario ha formato ove il treno è passato. E’ un uomo, conduce quel treno dal fischio strozzato, uomini e donne, bambini e fanciulle alla morte ha portato. E’ un uomo, quello che oggi non conosce, quello che non vuole sapere, quello che ogni perché trattiene. E’ un uomo, si appella a quel cielo lo stesso che guarda la vittima e chi condanna. E’ un uomo, colui che ha lasciato quel treno disceso con lui anche quel bambino che tempo futuro ne vita avere avrebbe potuto. E’ un uomo, quello che oggi riparte ancora si porta con se memoria ma non rincorre quel triste fischio di morte. E’ un uomo, quel fanciullo che ti guarda negli occhi, capisci lo sguardo, sai che con lui crescerà sorriso e speranza guida dell’umanità.
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Graced
- 28/01/2018 08:49:00
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E quelluomo, quel fanciullo prelevato e trasportato in luogo di pena, di dolore e dannientamento per convinzioni di razzismo e di supervalutazione della razza dominante allepoca, che, mise in ginocchio tutta lEuropa, portando lutti e dolore a gente a cui furono cancellati tutti i diritti, anche quello della vita, devessere da monito a ricordare lorrore che ci fu, in modo che tutto ciò non si possa ripetere mai più, anche se venti di razzismo stanno alimentando nuovamente fiamme nel Vecchio Continente che mettono in allarme per un de ja vu devastante. Versi che ho molto apprezzato. Cordiali saluti da Graced
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Arcangelo Galante
- 27/01/2018 21:21:00
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La pubblicazione, con l’intenzionale ripetizione soggettiva, m’appare come una mesta riflessione, assolutamente commovente. Il cuore, leggendo queste righe, viene assalito da forti palpiti, meritevoli di nota, sia per il valore emblematico di un sì tale struggente e agghiacciante ricordo, sia perché fanno ritornare alle mente storie dei nostri avi, che, quel periodo, certamente, lo hanno vissuto, non in modo tranquillo. Una prosa intensamente toccante, su di una riflessione tematica, che suscita, ancora oggi, sdegno e spinosa sofferenza per quanti hanno vissuto una siffatta disumana esperienza. Opera didascalica, da far leggere anche negli ambienti scolastici. Cordialmente, saluto!
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Franca Colozzo
- 27/01/2018 19:04:00
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La ripetizione: "E un uomo" serve a rafforzare la condizione assurda in cui si è trovata lumanità in quel doloroso momento della nostra storia che speriamo non si ripeta più. Oggi che venti del razzismo soffiano nuovamente in Europa, bisogna rinfocolare il ricordo di tanta devastazione affinché la storia non si ripeta. Ho voluto dare anchio dare il mio piccolo contributo al Giorno della Memoria, per me particolarmente significativo per aver ricevuto lonorificenza (medaglia alla memoria) per mio padre, internato nei campi di concentramento nazisti. Dobbiamo fare in modo che quelluomo, quel fanciullo dallo sguardo spaurito, riviva sempre tra noi come monito per le generazioni future, che quel dramma per fortuna non hanno conosciuto.
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